Le torri di Bologna
Le torri di Bologna, costruite tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo a scopo difensivo, simboleggiano la floridità raggiunta dalla città in quella fase storica che nel Duecento la rese tra le più popolose e prospere d'Europa. Sono ciò a cui aspirarono i casati più potenti dell'epoca, di cui seguirono le vicende storiche contraddistinte dapprima dalla scontro tra guelfi e ghibellini. Soltanto alla cacciata di questi ultimi, nel 1274, le torri non furono più indispensabili: alcune furono abbandonate, altre crollarono, di altre ancora ne venne ridotta l'altezza. Una, quella della Magione, di fianco alla sede dell'ordine dei Templari, fu addirittura abbattuta nel 1825 nel tentativo di recuperare il tesoro dell'ordine monastico. Dall'Ottocento in avanti la città guardava al progresso, a spese delle torri medievali, ormai rivestite di nuovi materiali, modificate, quasi irriconoscibili, accorciate, stravolte e reimpiegate come prigioni o botteghe, come già avveniva nel Medioevo e come testimoniano la Torre Prendiparte, in cui veniva imprigionato chi commetteva passi falsi ai danni della chiesa, o la Torre Lambertini, carcere femminile nel Trecento.
Attualmente sono ventidue le torri superstiti. Spicca indubbiamente la Torre Asinelli, in piazza di Porta Ravegnana, con i suoi 97,20 metri, affiancata dalla più piccola e pendente Garisenda, di quarantesette metri, e dalla cui cima è possibile beneficiare di una increibile vista della città. Torre Lambertini è oggi inclusa nel complesso formato da palazzo Re Enzo, da palazzo del Podestà e dalla torre dell'Arengo, che nel 1453 fu provvista di un campanone di quarantasette quintali. Torre Prendiparte, o Coronata, visitabile al suo interno, è anche b&b esclusivo.
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